Avrete capito che siamo amanti dell’architettura contemporanea: ci entusiasma quasi tutto, è vero. Ma in quel “quasi” finiscono esempi di edifici e di costruzioni che non hanno senso, o che sarebbe stato meglio non far passare dalla carta allo… spazio tridimensionale.
Quando la realtà supera (in negativo) la fantasia
Un esempio per noi emblematico è quello del “Walkie Talkie Building”, uno dei grandi grattacieli che dominano la skyline di Londra centrale.
Immaginate di guardare i palazzi che rappresentano il cuore della vita finanziaria britannica dal lato del South Bank del Tamigi. Dove il Gherkin o lo Shard spiccano per armonia e leggerezza nel panorama metropolitano, a stonare è proprio il Walkie Talkie, con il suo profilo goffo, quasi ingombrante. Certo non si può farne una colpa all’architetto Rafael Viñoly, che lo ha disegnato quando il grattacielo di Renzo Piano, per fare solo un esempio, non era ancora stato messo su carta.
Eppure, a proposito di carta, Viñoly avrebbe dovuto pensare meglio ai materiali che servivano per portare nel mondo reale questo suo sforzo immaginativo: il Walkie Talkie è dominato dal vetro a tal punto da trasformarsi, per via della sua forma convessa, in un vero specchio ustorio, soprattutto nelle giornate di bel tempo che nel sud dell’Inghilterra stanno aumentando per via del riscaldamento climatico.
Bici, monopattini, anche una Jaguar si sono sciolti a causa dell’effetto del riflesso solare, e diversi automobilisti si sono trovati accecati temporaneamente guidando nelle sue vicinanze. Il caso è diventato così serio che i proprietari dell’edificio hanno dovuto sborsare centinaia di migliaia di sterline per dotare il palazzo di un sistema di tende tale da garantire l’incolumità dei passanti.
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